Botta e risposta, durante la trasmissione Non è l’Arena su La7, tra il magistrato Nino Di Matteo e il Guardasigilli Alfonso Bonafede. In ballo la nomina al Dap.
ROMA – Il pm Nino Di Matteo, magistrato in prima linea nella lotta alla mafia, ha rilasciato importanti dichiarazioni nel corso della trasmissione condotta da Giletti su La7.
La nomina al Dap
“Venni raggiunto da una telefonata del ministro (Bonafede) che mi chiese se ero disponibile ad accettare l’incarico di capo del Dap o in alternativa quello di direttore generale degli Affari penali, il posto che fu di Falcone“, ha detto Di Matteo a Non è l’Arena. “Io chiesi 48 ore di tempo per dare una risposta. Nel frattempo alcune informazioni che il Gom della polizia penitenziaria aveva trasmesso alla procura antimafia e anche al Dap avevano descritto la reazione di importantissimi capi mafia: se nominano Di Matteo per noi è la fine“.
L’affondo di Di Matteo
Il procuratore di Palermo ha detto poi che “andai a trovare il ministro dicendo che avevo deciso di accettare l’incarico al Dap, ma improvvisamente il ministro mi disse che ci aveva ripensato e nel frattempo avevano deciso di nominare il dottor Basentini. Ci aveva ripensato o forse qualcuno lo aveva indotto a ripensarci…“.
L’intervento di Bonafede
“Rimango veramente esterrefatto – ha replicato Bonafede intervenendo telefonicamente in diretta – nell’apprendere che viene data un’informazione grave nella misura in cui si lascia trapelare un fatto assolutamente sbagliato e cioè che sarei arretrato dalla mia scelta di proporre al dottor Di Matteo un ruolo importante all’interno del ministero perché avrei saputo di intercettazioni. Di Matteo lo stimo, ma dobbiamo distinguere i fatti dalle percezioni, perché dire che agli italiani che lo stato sta arretrano rispetto alla lotta mafia è un fatto grave“.